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Progettazione didattica: Maria Montessori e le Neuroscienze Contemporanee

Un ponte tra Pedagogia Scientifica e Scienza del Cervello

“Se vogliamo davvero cambiare il mondo, dobbiamo iniziare dall’educazione”. Questa affermazione, che riecheggia il pensiero più profondo di Maria Montessori, trova oggi nuova linfa vitale nell’incontro tra pedagogia e neuroscienze. Ma cosa accade quando le intuizioni montessoriane incontrano le scoperte più recenti sul cervello in crescita?

Assisi International School

Assisi International School (AIS) è uno dei progetti educativi di Fondazione Patrizio Paoletti e incarna un approccio pedagogico che integra le intuizioni di Maria Montessori con i più recenti sviluppi delle neuroscienze. Fondata sull’idea di educare alla pace attraverso lo sviluppo del potenziale umano, Assisi International School adotta la Pedagogia per il Terzo Millennio, in cui il bambino è protagonista del proprio apprendimento e l’ambiente scolastico è concepito come un ecosistema formativo che stimola la curiosità, l’autonomia e la responsabilità. L’obiettivo è trasformare l’educazione in un’esperienza neurodidattica, centrata su benessere, empatia e apprendimento significativo.

Montessori e le neuroscienze: convergenze metodologiche

Mente assorbente e plasticità cerebrale      

Maria Montessori descrisse il cervello del bambino nei primi anni di vita come una “mente assorbente”, capace di interiorizzare spontaneamente stimoli ambientali. Oggi, la ricerca neuroscientifica conferma questa intuizione attraverso il concetto di neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di modificare la propria struttura in risposta all’esperienza. In età evolutiva, la plasticità sinaptica è particolarmente elevata, suggerendo che ambienti ricchi, ordinati e stimolanti — come quelli montessoriani — favoriscono un apprendimento profondo e durevole.

Apprendimento per esperienza: dalla mano al cervello

Montessori riteneva che la mano fosse “lo strumento dell’intelligenza” e promuoveva attività pratiche fin dalla prima infanzia. Oggi sappiamo che il sistema sensomotorio è strettamente collegato allo sviluppo delle funzioni cognitive superiori, come il linguaggio e la memoria di lavoro. Le neuroscienze dimostrano che attività tattili e motorie attivano simultaneamente reti cerebrali che coinvolgono l’attenzione selettiva, la pianificazione e il controllo inibitorio, rendendo attuale l’importanza delle “lezioni in tre tempi” e dei materiali autocorrettivi.

Periodi sensibili e finestre di sviluppo

La Montessori identificava specifici “periodi sensibili” durante i quali il bambino è particolarmente recettivo a determinati apprendimenti (es. linguaggio, ordine, movimento). Tali fasi trovano corrispondenza nelle “finestre critiche” dello sviluppo cerebrale, identificate da studi longitudinali con neuroimaging. Riconoscere e rispettare questi momenti risulta cruciale per ottimizzare l’insegnamento e sostenere uno sviluppo armonico

Apprendimento sociale e neuroni specchio

Le interazioni tra pari e con gli adulti sono un elemento fondante della pedagogia montessoriana. Le neuroscienze sociali, grazie alla scoperta dei neuroni specchio, hanno evidenziato come l’imitazione, l’empatia e l’apprendimento osservazionale siano meccanismi cerebrali naturali. Ambienti come quelli di AIS, in cui il bambino è libero di osservare e interagire in piccoli gruppi eterogenei per età, favoriscono l’attivazione di questi processi cognitivi e sociali.

Funzioni esecutive e autoregolazione

Autodisciplina, capacità di concentrazione e libertà responsabile sono cardini dell’approccio montessoriano. Le neuroscienze riconoscono tali abilità sotto la categoria delle “funzioni esecutive”, mediate dalla corteccia prefrontale e fondamentali per l’apprendimento autonomo. Studi recenti mostrano come ambienti che promuovono autonomia decisionale e auto-correzione facilitino lo sviluppo di queste funzioni nei bambini in età scolare.

 


  • LA PLASTICITÀ CEREBRALE

    Una nuova visione del cervello


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Unità Didattica di Apprendimento (UDA)

  • Titolo: Io imparo con la testa, il cuore e le mani: neuroscienze in aula                            
  • Durata: 10 ore
  • Età target: 9–12 anni
  • Ambiti disciplinari coinvolti: Scienze, Tecnologia, Educazione Civica, Arte

Obiettivi formativi

  • Comprendere il funzionamento base del cervello e dei sensi
  • Riconoscere il ruolo dell’ambiente nell’apprendimento
  • Sviluppare l’autoregolazione e la concentrazione
  • Riflettere sul legame tra emozioni e memoria
  • Promuovere la cooperazione e il rispetto dei tempi altrui

Fasi dell’UDA

  1. Flipped classroom (1h): Visione di brevi video animati (“Come funziona il cervello?”, “Cosa sono i neuroni specchio?”) a casa, con domande-guida.
  2. Discussione e laboratorio corporeo (2h): Attività di “mimo neurale”: i bambini mimano gesti e movimenti per comprendere imitazione, attenzione e feedback. Discussione in cerchio con uso di immagini cerebrali.
  3. Costruzione di un “cervello 3D” (2h): Usando materiali da riciclo o stampanti 3D, gli alunni costruiscono un modello del cervello e posizionano le aree legate al linguaggio, all’emozione e al movimento.
  4. Gioco “la classe delle sinapsi” (1h):
    Simulazione motoria e collaborativa del passaggio di segnali neuronali: ogni bambino rappresenta una parte del cervello e interagisce con altri per trasmettere un messaggio.
  5. Diario dell’apprendimento (2h):
    Creazione di un diario illustrato o digitale in cui i bambini raccontano ciò che hanno scoperto, includendo emozioni, parole-chiave, immagini, sensazioni.
  6. Restituzione pubblica (2h):
    Allestimento di una piccola mostra aperta a genitori e altre classi, con pannelli esplicativi, presentazioni orali e performance teatrali brevi.

Consigli per le famiglie: educare insieme, a casa e a scuola

L’alleanza educativa tra scuola e famiglia è uno dei pilastri su cui si fonda l’efficacia dell’approccio montessoriano, oggi confermato dalle evidenze neuroscientifiche. Per accompagnare i bambini in un percorso di crescita armonica, ecco alcuni suggerimenti pratici che ogni genitore può mettere in atto nella quotidianità domestica:
  • Favorire l’autonomia nelle piccole cose
    Lasciare che il bambino si vesta, scelga i libri da leggere o aiuti a preparare la tavola non è solo un modo per coinvolgerlo, ma un esercizio fondamentale per lo sviluppo delle sue funzioni esecutive. L’autonomia operativa stimola il senso di competenza e rafforza i circuiti cerebrali dell’autoregolazione e del problem solving.
  • Organizzare ambienti semplici e accessibili
    Un ambiente ordinato, con oggetti alla portata del bambino, favorisce l’esplorazione libera e la concentrazione. L’ambiente fisico deve “parlare” al bambino, offrendogli stimoli adeguati alla sua fase di sviluppo. Evitare il sovraccarico sensoriale è cruciale per mantenere viva la capacità di attenzione.
  • Ritualizzare le emozioni
    Dedicare uno spazio quotidiano per parlare delle emozioni provate (ad esempio durante la cena o prima di dormire) aiuta i bambini a sviluppare consapevolezza emotiva. Questo dialogo, basato sull’ascolto empatico, rafforza le connessioni affettive e sostiene l’intelligenza interpersonale.
  • Offrire tempo lento e qualità relazionale
    I ritmi accelerati e l’iperstimolazione tecnologica contrastano con i tempi interiori dell’apprendimento. I bambini hanno bisogno di “tempo lento” per elaborare, riflettere, sperimentare. Semplici attività come passeggiate nella natura, giochi di società o la lettura condivisa creano occasioni preziose per nutrire la mente e il cuore.
  • Educare alla curiosità con domande e non risposte
    Quando un bambino pone una domanda, rispondere con un’altra domanda (“Tu cosa ne pensi?”) stimola il pensiero critico e apre alla ricerca autonoma. Coltivare la curiosità è il primo passo verso l’apprendimento significativo.
  • Promuovere l’uso costruttivo delle tecnologie
    Se utilizzati in modo consapevole, strumenti come tablet e computer possono diventare alleati dell’apprendimento. Importante è proporre contenuti selezionati, attività di creazione (ad es. disegno digitale, narrazione interattiva), e mai sostituire il contatto umano o l’esperienza diretta con la realtà.

Educare oggi, trasformare domani

Educare secondo l’approccio montessoriano alla luce delle neuroscienze non significa solo rendere l’insegnamento più efficace, ma assumere una visione più profonda e trasformativa dell’infanzia. Il bambino non è un destinatario passivo di saperi, ma un costruttore attivo della propria intelligenza e della propria umanità.

La conferma che le intuizioni di Maria Montessori siano oggi sostenute dalla ricerca neuroscientifica non deve sorprendere, ma piuttosto incoraggiare una riflessione: quanto del potenziale umano resta inespresso in ambienti scolastici ancora legati a modelli trasmissivi, rigidi e poco attenti all’esperienza concreta del bambino?

Assisi International School rappresenta un esempio virtuoso di come un’educazione integrata, fondata sulla libertà responsabile, sull’ambiente preparato e sulla centralità delle emozioni, possa dare forma a generazioni di giovani pensatori critici, empatici e autonomi. Non si tratta solo di “insegnare”, ma di risvegliare nel bambino quella forza vitale che, se coltivata con cura e rispetto, può trasformare non solo il suo futuro, ma quello dell’intera società. In un mondo in continua trasformazione, educare con lo sguardo rivolto al cervello e al cuore del bambino è il più grande atto di fiducia che possiamo compiere nei confronti dell’umanità che verrà.

 

 

Bibliografia
  • Diamond, A. (2013). Executive functions. Annual Review of Psychology.
  • Immordino-Yang, M. H., & Damasio, A. (2019). Emotions, Learning, and the Brain.
  • Immordino-Yang, M. H. (2016). Neuroscienze affettive ed educazione. Raffaello Cortina Editore.
  • Knudsen, E. I. (2004). Sensitive periods in the development of the brain. Journal of Cognitive Neuroscience.
  • Rizzolatti, G., & Craighero, L. (2004). The Mirror-Neuron System. Annual Review of Neuroscience.
  • Zelazo, P. D. (2020). The development of executive function and implications for education. Current Directions in Psychological Science.
  • Fogassi, L. & Regni, R. (2024). Maria Montessori e le neuroscienze. Cervello, mente, educazione. Fefè Editore.
  • Pellai, A. (2016). L’educazione emotiva. Come educare al meglio i nostri bambini grazie alle neuroscienze. DeAgostini.
  • Guillén, J. C. (2019). Neuroeducazione in classe. Dalla teoria alla pratica. Il Brucofarfalla.
  • Siegel, D. J. & Bryson, T. P. (2012). 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Raffaello Cortina Editore.
  • Fondazione Patrizio Paoletti. (2023). Come funziona il cervello di un bambino.
  • Montessori, M. (2015). La mente del bambino: Maria Montessori e le neuroscienze. Leone Verde Editore
Immagini
  • Image credits: Ai Generated by P. Pedercini

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