Skip to main content

Dalla forza al valore della relazione: il bullismo si sconfigge con la consapevolezza dell’insieme

BULLISMO E CYBERBULLISMO: EMERGENZA SALUTE MENTALE

Si stima che nel mondo oggi siano 246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime di una qualche forma di bullismo. Se 1 studente su 3 nel mondo ha sperimentato atti di bullismo, anche il cyberbullismo è in sensibile aumento e coinvolge tra il 5% e il 20% della popolazione minorile (UNICEF, 2023).

Anche in Italia i dati sono in linea con questa crescita: la recente indagine HBSC – Health Behaviour in School-aged Children stima che circa il 15% dei giovani è stata vittima di almeno un episodio di bullismo, in particolare i più piccoli. È una percentuale che non decresce dal 2017 con un aumento degli episodi di cyberbullismo nelle ragazze e nella fascia d’età 11 e 13 anni (HBSC, 2023).

Il 7 febbraio si è celebrata la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel 2017 dal MIUR e, in contemporanea con oltre 100 nazioni di tutto il mondo, il Safer Internet Day (SID), la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, promossa dalla Commissione Europea.
Fondazione Patrizio Paoletti, ha partecipato con un intervento dal titolo: “Bullismo e branco, come interrompere il circuito della violenza”, tenuto da Tania Di Giuseppe e Sandro Anella, intervenendo nel convegno “7 – 10 – 14: Terno secco al bullismo”, promosso dalla “Rete Interistituzionale per la prevenzione ed il contrasto al bullismo e cyberbullismo”, con il patrocinio del comune di Acerra.

I RISCHI DI BULLISMO E CYBER BULLISMO: BASSA AUTOSTIMA, AUTOLESIONISMO, PENSIERI SUICIDARI

È sempre più chiaro che il bullismo e il cyberbullismo rappresentano una vera e propria emergenza mondiale e merita tempo, attenzione, e risposte educative efficaci, tanto più per la sua incidenza sulla salute mentale degli adolescenti, già messi a dura prova dall’esperienza della pandemia.
Il periodo che va dalla preadolescenza alla giovane età adulta (11-25 anni) è un periodo di trasformazioni profonde e di crisi legate alla definizione dell’identità in ragazzi e ragazze. La tutela della qualità di vita del giovane in questa fase è una necessità sociale che include la prevenzione di tutti quei comportamenti a rischio che possono minare un corretto sviluppo e una corretta crescita. Nello specifico, tra i ragazzi l’essere vittime di bullismo tradizionale sembra essere associato a un aumento del rischio di ideazione suicidaria, mentre, tra le ragazze, essere vittime sia di bullismo sia di cyberbullismo, sembra rivelare un aumento del rischio di problemi di salute mentale oltre che del rischio di ideazione suicidaria.

In Italia, secondo uno studio che ha coinvolto più di 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni, circa 1 adolescente su 2 ha subito atti di bullismo e, insieme al cyberbullismo, i due fenomeni sono tra i principali rischi percepiti dagli adolescenti stessi (Osservatorio (In)difesa, 2022). La letteratura scientifica conferma, attraverso un numero crescente di studi, l’urgenza di comprendere questi fenomeni e di intervenire: i giovani hanno sempre più paura di subire violenza psicologica e fisica (anche online, come attraverso il rischio di essere vittime di revenge porn) e di essere fortemente discriminati (ad esempio, a causa dell’aspetto fisico, dell’orientamento sessuale che oggi sembra essere in costante crescita tra i fattori discriminazione, della cultura di appartenenza, etc.). Ragazzi e ragazze si sentono molto soli e sentono a rischio la loro salute mentale. I giovani evidenziano, come conseguenza agli episodi di bullismo e cyberbullismo, di aver sofferto di ansia sociale e attacchi di panico, e in particolare tra le ricadute che minano la salute mentale e la generale qualità di vita ci sono anche disturbi alimentari, depressione, bassa autostima, autolesionismo e pensieri suicidari.

Il legame tra essere vittime di bullismo e salute mentale a rischio è stretto: la recente indagine HBSC (2023) ha evidenziato come ci sia un globale peggioramento nel livello di benessere percepito tra il 2018 e il 2022, soprattutto tra le ragazze e la fascia 13-15. Tutti, quando ci percepiamo rifiutati, disprezzati o socialmente esclusi, subiamo effetti negativi sulla nostra salute psico-fisica: il rischio, per il giovane, è quello sviluppare comportamenti a rischio quali abuso di sostanze e abuso di alcol o di ritirarsi sempre più dalla vita sociale.

Un atto violento che può essere sia verbale che fisico e produrre gli stessi effetti – osserva Tania Di Giuseppe, psicologa di Fondazione Patrizio Paoletti – Le neuroscienze ci dicono qualcosa di molto interessante. Secondo due studi di McDonalds e McLoughlin, rispettivamente del 2009, e 2020, gli effetti del rifiuto sociale sul nostro cervello possono essere gli stessi di quando proviamo dolore fisico. Un insulto può essere tanto intenso e doloroso quanto uno schiaffo, un pugno”.

Di queste ferite e di questo dolore siamo tutti chiamati a prenderci cura. Numerose ricerche, infatti, hanno evidenziato l’efficacia di interventi di prevenzione mirati.

UNA TESTIMONIANZA DAL PROGETTO DI CIRCO SOCIALE A SCAMPIA

Stavamo facendo un’attività educativa ed era arrivato il momento di dividersi in gruppi. È capitato che in uno dei gruppetti si trovassero quattro ragazze e un unico ragazzo. Gli altri maschi hanno cominciato a prendere in giro quello che stava insieme alle ragazze, dandogli della ‘femmina’.
Allora ho dato uno stop alla situazione e ho chiesto al ragazzo che in quel momento si comportava da bullo se fosse consapevole di stare offendendo. Non se ne rendeva conto. Abbiamo condiviso a lungo con tutti i presenti, in modo neutro, per quali motivi una persona può sentirsi offesa quando gli viene attribuita in modo denigratorio un’identità che non è quella che ha scelto per sé.
Dopo un po’, senza essere sollecitato, il ragazzo che incitava ad insultare inizialmente si è avvicinato all’altro, lo ha guardato negli occhi e gli ha detto: ‘Scusa’.
È l’ambiente a fare la differenza ed è il gruppo che sconfigge il bullismo

Questo è uno degli episodi raccontati da Maria Teresa Cesaroni, direttrice del progetto di Circo Sociale realizzato a Scampia, quartiere di Napoli tristemente celebre per la criminalità organizzata, da Circo Corsaro, Fondazione Patrizio Paoletti (nell’ambito del programma Scuole nel Mondo), New Life for Children, le educative territoriali della Cooperativa “L’uomo e il legno”, con il sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa San Paolo.

Il bullismo, però, non è certo un fenomeno circoscritto alle realtà socialmente più problematiche. Al contrario, oggi ci troviamo davanti ad una vera e propria emergenza che interessa la salute mentale dei più giovani e si presenta capillarmente.

I FATTORI DI PROTEZIONE: FAMIGLIA, SCUOLA, AMICI

Esistono, dunque, dei fattori di protezione? Sia secondo gli studi scientifici più recenti sia dalla voce dei giovani stessi emerge che la famiglia, la scuola, gli amici e, in particolare, tessere e mantenere relazioni positive e di fiducia caratterizzate da gratitudine a casa, a scuola e negli ambienti che vivono (reali e virtuali) costituiscono dei punti di riferimento sicuri a cui far riferimento in situazioni di pericolo percepito.
L’educazione, dunque, soprattutto nella prima infanzia e lungo tutto l’arco della vita, è la chiave per interrompere il circuito invisibile di bullismo e cyberbullismo: saper comunicare efficacemente, imparare a riconoscere le emozioni e gestirle positivamente costituiscono risorse preziose (Senato della Repubblica, 2019). L’empatia, l’auto compassione e la compassione, la gratitudine, il sano spirito di gruppo sono importanti strumenti di contrasto e prevenzione. Sono soprattutto le abilità dell’intelligenza emotiva che proteggono dal bullismo. Secondo studi scientifici è emerso che gli scambi relazionali negli episodi di bullismo sono caratterizzati da deficit relativi a determinate abilità, quelle dell’intelligenza emotiva, ed in particolar modo risentono negativamente di bassi livelli nello sviluppo dell’empatia.

Gli adolescenti di oggi stanno vivendo momenti di incertezza sempre più intensi nella loro ricerca di identità – sottolinea Patrizio Paoletti – e il passaggio fondamentale del processo ruota intorno alla consapevolezza e alla capacità dell’individuo di vivere una sana autostima. La ricerca del riconoscimento è, all’interno della nostra struttura sociale, l’elemento cardine che da sempre ci contraddistingue. Noi infatti siamo esseri sociali, perché nella relazione con l’altro cerchiamo e troviamo lo specchio per l’ autodefinizione di noi. Impariamo ad essere conformi a quelle che sono le aspettative del nostro gruppo di riferimento.
Ciò che è in grado di aiutare ogni singolo a far parte di un’insieme in maniera proattiva e non negativa è la consapevolezza che noi riusciamo ad avere di noi stessi, quindi quanto più il ragazzo riesce in quell’atto che è la conoscenza di sé, delle sue istanze più intime e profonde, tanto più giungerà ad interagire in modo proattivo e costruttivo, anche con le difficoltà più grandi, partecipando alla vita dell’insieme”.

La promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione, la realizzazione di iniziative formative specifiche rivolte non solo ai ragazzi ma anche a genitori, insegnanti ed educatori, che fortifichino le competenze emotive, sono vitali.
Al cuore dei progetti educativi e sociali  e dei contenuti formativi proposti da Fondazione Patrizio Paoletti, rivolti ad adulti e adolescenti, c’è da sempre la volontà di “educare e auto-educarsi” alla consapevolezza di sé, alla scoperta delle proprie risorse interiori, allenando le competenze emotive.
Se è vero che il bullismo nasce in un contesto relazionale e sociale, tutti siamo coinvolti e ciascuno può fare la sua parte. Ed è proprio all’interno di una comunità educante inclusiva e capace di prefigurare un reale cambiamento positivo, che una coesistenza pacifica e orientata al bene comune è possibile e in arrivo.

Non lasciamoli soli. Promuovi il benessere di ogni adolescente.

DONA ORA.

Sitografia

 

UNICEF (2023). Diritti dei bambini – Bullismo e Cyberbullismo https://www.unicef.it/diritti-bambini-italia/bullismo-cyberbullismo/, consultato nel febbraio 2023

HBSC – Health Behaviour in School-aged Children (Indagine HBSC 2022) (2023) https://www.epicentro.iss.it/hbsc/indagine-2022-nazionali-convegno-8-febbraio-2023,  consultato nel febbraio 2023

Bibliografia

 

Bacher-Hicks, A., Goodman, J., Green, J. G., & Holt, M. K. (2022). The COVID-19 pandemic disrupted both school bullying and cyberbullying. American Economic Review: Insights, 4(3), 353-70.

Bannink, R., Broeren, S., van de Looij–Jansen, P. M., de Waart, F. G., & Raat, H. (2014). Cyber and traditional bullying victimization as a risk factor for mental health problems and suicidal ideation in adolescents. PloS one, 9(4), e94026.

Bochaver, A. A. (2022). School bullying as destructive communal coping of the school community. Frontiers in psychology, 13.

Estrada-Vidal, L. I., Epelde-Larrañaga, A., & Chacón-Borrego, F. (2022). Predictive model of the factors involved in cyberbullying of adolescent victims. Frontiers in psychology, 12, 6159.

Guy, A., Lee, K., & Wolke, D. (2019). Comparisons between adolescent bullies, victims, and bully-victims on perceived popularity, social impact, and social preference. Frontiers in psychiatry, 10, 868.

Hasan, M. M., Fatima, Y., Pandey, S., Tariqujjaman, M., Cleary, A., Baxter, J., & Mamun, A. A. (2021). Pathways linking bullying victimisation and suicidal behaviours among adolescents. Psychiatry research, 302, 113992.

King, T., & Fazel, M. (2021). Examining the mental health outcomes of school-based peer-led interventions on young people: A scoping review of range and a systematic review of effectiveness. PloS one, 16(4), e0249553.

Lomas J., Stough C., Hansen K., Downey L. A. (2012), Brief report: Emotional intelligence, victimisation and bullying in adolescents, Journal of Adolescence, 35, 207–211.

Luna, P., Guerrero, J., Rodrigo-Ruiz, D., Losada, L., & Cejudo, J. (2020). Social competence and peer social acceptance: Evaluating effects of an educational intervention in adolescents. Frontiers in psychology, 11, 1305.

Macdonald G. (2009), Social pain and hurt feelings, in Corr P. J., Matthews G., Cambridge Handbook of Personality Psychology, Cambridge University Press, New York, pp. 541–555

McLoughlin, L. T., Lagopoulos, J., & Hermens, D. F. (2020). Cyberbullying and adolescent neurobiology. Frontiers in psychology, 11, 1511.

Ngo, A. T., Nguyen, L. H., Dang, A. K., Hoang, M. T., Nguyen, T. H. T., Vu, G. T., … & Ho, C. S. (2021). Bullying experience in urban adolescents: Prevalence and correlations with health-related quality of life and psychological issues. PLoS one, 16(6), e0252459.

Paoletti, P., & Selvaggio, A. (2010). Osservazione. Quaderni di Pedagogia per il terzo Millennio. Perugia: Edizioni 3P

Paoletti, P., & Selvaggio, A. (2011). Mediazione. Quaderni di Pedagogia per il terzo Millennio. Perugia: Edizioni 3P

Rey, L., Quintana-Orts, C., Mérida-López, S., & Extremera, N. (2019). Being bullied at school: Gratitude as potential protective factor for suicide risk in adolescents. Frontiers in psychology, 10, 662.

van Harmelen, A. L., Gibson, J. L., St Clair, M. C., Owens, M., Brodbeck, J., Dunn, V., … & Goodyer, I. M. (2016). Friendships and family support reduce subsequent depressive symptoms in at-risk adolescents. PloS one, 11(5), e0153715.

Sii parte del cambiamento. Condividere responsabilmente contenuti è un gesto che significa sostenibilità

Potrebbe interessarti

    Iscriviti alla newsletter

    NEWSLETTER GEN

    Modulo per l'iscrizione alla newsletter FPP

    Nome(Obbligatorio)
    Email(Obbligatorio)
    Privacy Policy(Obbligatorio)
    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.